Io, una donna. Un corpo, ma anche un’anima.
” Difficile poter parlare di violenza, quando ancora sanguinano le ferite dei ricordi e l’essere donna si perde nel ripudio della propria fisicità. Io, una delle tante- mi ripeto ossessivamente quasi fosse una giustificazione- colpevole di essere quello che sono. Io, semplicemente una donna, in una società che omologa, che uccide l’orgoglio, l’identità di chi si discosta dagli standard comuni, mi racconto.
Mi racconto, nel silenzio della mia vacillante vita, affollata dai fantasmi di #uomini che cercavano certezze. Prevaricatori, pronti a schiacciare. Pronti anche a usare violenza, pur di possedere il loro ‘oggetto’ preferito
Già.. la violenza. Quella che ti tramortisce, lasciandoti stordita, a chiederti perché mentre raccatti i cocci della tua femminilità. E piangi lacrime che lasceranno un segno indelebile sul tuo viso, lacerando le tue speranze d’amore.
Ora sono qui, a raccontarmi. E, con fatica, rivivo il dolore di quei momenti. Il sequestro, la derisione, le offese, le minacce e l’impossibilità di sottrarsi a quella forza maschile.
Rivivo l’incubo di un processo farsa. La paura di parlare e le conseguenze. Colpevole, di essere donna, di essere bella.
E ripercorro il mio cammino verso la vita, alla ricerca di spazi puliti, incontaminati. Mentre riaffiora il mio anelito verso quella libertà, negata, svilita da falsi amori, da false promesse.
Non c’era spazio per l’anima nei giorni e nelle notti degli incubi. Mentre il corpo si piegava al volere di ombre di sconosciuti. Non esisteva più nulla e anche il ricordo di una bambina, che credeva nelle dolci illusioni delle fiabe, circondata dal calore della sua #famiglia, svaniva nell’oscurità.”
Considerazioni
Ho raccolto la testimonianza sofferta di questa donna che, per ovvi motivi, ha voluto mantenere l’anonimato. Mi ha pregato però di pubblicarla perchè il mondo sappia.
Perché la sua voce, unitamente a quella delle tante donne vittime di #violenze, sappia scuotere le coscienze.
#IrmaSaracino