• Ven. Mar 24th, 2023

Georgia, innocente torna in libertà dopo 43 anni

Scarcerato, dopo anni di carcere in Georgia, un disabile dichiarato colpevole di omicidio e stupro.

Georgia. Anni di appelli e udienze, vittorie e perdite in tribunale, e finalmente la #libertà per Johnny Lee Gates.

Condannato per aver violentato, derubato e ucciso la moglie di un soldato nel suo appartamento di Broadway, nel lontano 1976, Gates ha visto spalancarsi le porte del #carcere della contea di Muscogee, in Georgia.

Una libertà sofferta, sulla quale pesano 43 lunghi anni, di cui 26 trascorsi nel braccio della #morte. Sì, perché Johnny, uomo di colore in uno Stato in cui ancora la discriminazione razziale é una realtà, era stato condannato a #morte.

Un verdetto terribile, emesso da una giuria composta esclusivamente da bianchi. Una giuria voluta strenuamente da giudici discutibili e non certamente imparziali.

Ma la condanna a morte, grazie alla disabilità del condannato, fu commutata in #carcere a vita. Gates, infatti, ha un quoziente intellettivo di 65, ben al di sotto dei livelli considerati nella norma.

Il caso

Aveva appena 19 Katharina Wright, quando fu trovata dal marito legata e priva di vita il 30 novembre 1976.

Una morte brutale, probabilmente avvenuta nel corso di una rapina. Una morte che richiedeva ad ogni costo un colpevole!

Gates fu arrestato con altri due uomini il 29 gennaio 1977, dopo indagini sommarie e non supportate da prove concrete.

Non vi erano infatti elementi che comprovassero la colpevolezza dell’uomo, costretto dagli inquirenti a una confessione pilotata, come appunto dimostrarono in seguito i legali di Gates.

Gates infatti dichiarò di essere andato a casa dei Wright, travestito da operaio di una compagnia del gas, chiamata dalla donna per delle riparazioni.

Poi, lo stupro e la morte della giovane.

Sul luogo del crimine furono trovate la cintura dell’accappatoio indossato dalla vittima e una cravatta nera. Ma non furono effettuati i test del DNA su questi oggetti.

Ovvio il verdetto.

Verso la libertà

Solo nel 2015, grazie all’intervento di Innocence Project in difesa di Gates, in seguito affiancato dal Southern Center for Human Rights, si sono riaperte le indagini. E la verità ha trionfato.

Il DNA, presente sulla cravatta e sulla cintura non era quello del condannato. Ma per il lungo periodo trascorso dall’omicidio, il giudice non ha voluto dare inizio a un nuovo processo.

Gli avvocati di Gates, grazie al patteggiamento Alford, sono riusciti a far tornare in #libertà l’ormai 63enne Johnny. Una procedura per cui il ricorrente non dichiara la sua colpevolezza, ma ammette che la procura ha avuto a disposizione sufficienti prove per condannarlo.

Sulla base del patteggiamento, Gates è stato condannato a 40 anni per omicidio colposo. Avendone già scontati 43, è tornato alla vita.

Considerazioni

Lacrime, commozione generale, hanno fatto da sfondo a questa scena del palcoscenico di una giustizia discutibile.

Oggi, negli occhi di Gates si accende una luce nuova, ma quei 43 anni, trascorsi in carcere, e 26 addirittura nel braccio della morte, lo accompagneranno per sempre.

#IrmaSaracino