Illuminata dalle suggestioni del tramonto, ieri sera la Messa di Requiem di Verdi ha assunto una voce nuova alle Cave di Fantiano di Grottaglie.
Un crescendo di sensazioni ieri tra le Cave di Fantiano, a Grottaglie, dove la #musica del Requiem di #Verdi è esplosa, in tutta la sua potenza espressiva ed evocativa e ha coinvolto i presenti, sublimando le loro #emozioni.
L’allestimento scenico, sobrio e minimale ha dato spazio alla melodia, creando suggestioni cromatiche con la luce del tramonto. E sul palco proprio la melodia verdiana ha evocato immagini indimenticabili e si è fatta espressione di un’umanità sofferta, lacerata e, forse, talvolta dimenticata.

I colori del tramonto
Nella luce del tramonto il suono di una sirena ha fatto rivivere il dolore per le tante vittime di un nemico invisibile, ancora tra noi.
Poi le voci del coro hanno scandito i momenti del ricordo, mentre la musica si faceva anch’essa voce, preghiera e la sofferenza individuale si tramutava in una dimensione cosmica.
Su quel palco ieri eravamo noi, con i demoni delle nostre paure e delle nostre incertezze. Eravamo lì, trascinati dalle nostre fragilità, presi da quella musica che sa parlare ai cuori, e supplici, invocavamo quel Dio, talvolta così lontano, alla ricerca di un perché.
Il perché della vita, il perché della morte
La magia
La magia era nell’aria, nei suoni potenti dell’Orchestra sinfonica del Levante, che si fondevano con la natura circostante e con quelle rocce abbandonate alla loro solitudine.

Era lì nella fusione corale perfetta, nell’atmosfera creata dagli interpreti, in quelle fiamme che irrompevano sul palco a illuminare il crescendo delle nostre #emozioni.
Non c’era spazio per i pensieri, perché la musica diveniva il nostro pensiero, il nostro respiro.
L’esecuzione
Un’esecuzione, quindi, di grande spessore, in grado di creare quella catarsi che dovrebbe essere il punto d’arrivo dello spettatore di fronte ad ogni ‘mimesis’.
Una catarsi che ieri sera, specie col il calare delle tenebre, è avvenuta. E le lacrime hanno inondato gli occhi di tanti, mentre l’Inno nazionale riecheggiava nella luce tenue delle stelle.
Il plauso
Il plauso va a coloro che hanno voluto fortemente questo evento, ovvero l’Associazione Angeli Eventi, ma soprattutto a colui che ha saputo dirigere magistralmente le voci e i suoni, Andrea Raffanini. Un artista di fama internazionale, che ha saputo creare un corpus unico, omogeneo,facendo vibrare le corde dei nostri cuori.
La sua direzione ha dato un tocco nuovo, particolare, nella sua carica emotiva, alla Messa di Requiem di Verdi. E gli interventi delle voci soliste sono stati calibrati e omogenei.
Bravi tutti. Il soprano: Cristina Giannelli, dalla voce melodiosa e potente, il mezzosoprano: Angela Cuoccio, Il tenore: Gianni Leccese ed infine il basso: Alessandro Arena. Straordinario anche il coro Lirico di Lecce!
Insomma un’esecuzione che ha dato uno spessore nuovo al ricordo delle vittime della pandemia, aprendo i cuori alla speranza, alla rinascita.
#IrmaSaracino