Terrorismo e pandemia, le piaghe del Natale
Scorrono le ore di questo Natale 2020, mentre affiorano nuove paure. Nuove incertezze causate da terrorismo e pandemia.
Città blindate, pronte a scongiurare il cancro del terrorismo. Strade deserte, simbolo di una lotta contro un nemico invisibile. Chiese prive di quel calore che sapeva infondere la magia della notte di #Natale. Paura, angoscia e tanta solitudine. Questo il quadro di un’ #umanità sofferta, provata e, in molti casi, dimenticata in questo #Natale del 2020.
Ricordi
Riaffiorano i ricordi del tempo felice, quando l’attesa si trasformava in sogno e le immagini fantastiche scorrevano negli occhi della mente, proiettata verso un futuro radioso.

E c’era magia in questa notte che evoca la nascita di un uomo che ha cambiato la Storia.

C’era magia nei colori sfavillanti delle vetrine e di quei festosi alberi che emanavano calore nell’intimità domestica.

Ma i sogni sono svaniti, avvolti dalla nebbia cupa di una realtà che opprime. E mi chiedo se ancora sia lecito parlare di magia per questa notte, vissuta in passato con i profumi, le atmosfere, le gioiose attese di chi ancora spera.
Oggi, di fronte a tante #solitudini, sembra impossibile cercare un senso o anche un tenue spiraglio di speranza nelle vite di quanti hanno perso tutto. Ma soprattutto il senso della vita o la vita stessa.
Paura e tristezza
La tristezza cala impietosamente sugli occhi di tutti e affiora la paura. L’uomo uccide per supposte ragioni religiose. Mentre torna quel clima persecutorio che credevamo appartenesse al passato. E l’infedele colpisce l’infedele.

Le luci illuminano di mille bagliori le strade delle città, quasi a regalare un sogno, l’immagine di un #Natale festoso, trascorso con i propri affetti.
Ma sono tante, troppe le storie di chi ha perso tutto. Il lavoro, quella dignità che gli consentiva di far fronte alle necessità della vita, ma soprattutto il calore dei propri cari.
Sono troppe anche le storie di stragi ingiustificate. Amaro bilancio impresso nelle macerie del presente!
Nuove solitudini
Quante #solitudini in quei lettini di ospedale, dove le vite si spengono spesso nell’indifferenza. E inizia il viaggio verso una luce ignota, lontana, alla ricerca della felicità perduta.
Quante solitudini nelle case di chi attendeva, sperava, di ricevere il calore dell’abbraccio dei propri familiari.

Ora tutto è vietato. E le mani si tendono verso il vuoto di una quotidianità consumata nell’isolamento.
‘ Ho perso mio marito 6 anni fa- ci racconta Maria, una donna di 83 anni- e attendevo questo Natale per poter rivedere i miei figli, i miei nipoti, che vivono lontano. Ma non sarà possibile’
La sua voce s’incrina, mentre lacrime sgorgano dai suoi occhi. Poi, con fierezza, mi mostra le immagini dei suoi ricordi, dei suoi affetti. E tutto si perde in una realtà soffusa di rimpianto.
Ma le storie sono tante, diverse e crudeli come la mano dell’uomo che uccide. Scolpite negli occhi di quei bimbi che hanno visto l’orrore.
E la magia del Natale si dissolve in una realtà che toglie anche quel pizzico di ingenuità celata nei ricordi, nei rimpianti di un’umanità che ha bisogno di certezze, di vita, d’amore.
#IrmaSaracino