• Dom. Set 24th, 2023

I ‘corsi e ricorsi storici’ del Cremlino

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La ritirata russa in realtà potrebbe celare una strategia già collaudata in passato, quella del gelo. Corsi e ricorsi dunque di una storia scritta col sangue.

Dopo la riconquista ucraina di Kherson, la #Russia ha intensificato i suoi attacchi su civili e su centrali elettriche, lasciando la popolazione ucraina nel #gelo. Una #strategia che evoca immagini di 100 anni fa e che attesta la veridicità dei ‘corsi e ricorsi storici’ di vichiana memoria.

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Il gelo

Un incauto entusiasmo

Quando le truppe russe, provate indubbiamente dalla strenua resistenza dei militari ucraini, hanno cominciato la loro ritirata, un’eco mondiale ha salutato l’evento. E un clima di incauto ottimismo si é diffuso rapidamente.

Le immagini, provenienti da Kherson, hanno fotografato momenti di esultanza della popolazione locale, uscita finalmente dall’incubo della dominazione russa. E il mondo occidentale ha tirato un sospiro di sollievo, credendo in una fase terminale del conflitto. Solo la voce di Zelensky si é levata alta a moderare gli entusiasmi.

Il presidente ucraino, infatti, ha manifestato tutta la sua perplessità e ha messo in guardia l’Occidente e il suo popolo, invitandoli a diffidare. L’incubo non era finito a suo dire.

Putin non avrebbe mai ceduto così facilmente. La prova? La dichiarazione ambigua del Cremlino all’indomani della ritirata: ” Non é un’umiliazione”

Un’intuizione, quella del presidente Zelensky, che appare manifestamente suffragata dall’attuale intensificarsi degli attacchi russi. Tutti mirati su un obiettivo ben preciso. Lasciare nella morsa del gelo un intero popolo.

Gelo e neve

Distrutte intere centrali elettriche dai missili russi, la popolazione é allo stremo. La fierezza ucraina é indebolita dal peggior nemico: il freddo.

La neve copre col suo manto bianco le macerie di una Nazione che chedeva solo di esistere, mentre una pioggia di missili cade impietosamente su donne, bambini, anziani.

Colpiti ospedali, abitazioni, e le lacrime degli intervistati ci raccontano tutta la sofferenza, il dolore per la perdita di qualche congiunto o semplicemente fotografano la disperazione.

Oggi come allora

E la mente va alla storia del passato. Quando l’armata napoleonica entrò trionfalmente in una Mosca deserta. Abbandonata anche dalle milizie russe.

Napoleone

Una vittoria effimera, segnata poi dal crollo delle truppe francesi , incapaci di resistere al #gelo dell’inverno russo. Una vittoria che consegnò agli altari della gloria il generale Kutuzov.

E i nemici dei francesi furono così la fame e il gelo.

Oggi, si riscrive dunque un copione caro allo zar Putin. Quello della conquista con la forza delle armi e della prevaricazione.

Un copione che riesuma strategie care ai suoi predecessori, però, a quanto sembra, ancora valide. Ma i corsi della storia spesso ripercorrono strade già battute.

#IrmaSaracino