La ritirata russa in realtà potrebbe celare una strategia già collaudata in passato, quella del gelo. Corsi e ricorsi dunque di una storia scritta col sangue.
Dopo la riconquista ucraina di Kherson, la #Russia ha intensificato i suoi attacchi su civili e su centrali elettriche, lasciando la popolazione ucraina nel #gelo. Una #strategia che evoca immagini di 100 anni fa e che attesta la veridicità dei ‘corsi e ricorsi storici’ di vichiana memoria.

Un incauto entusiasmo
Quando le truppe russe, provate indubbiamente dalla strenua resistenza dei militari ucraini, hanno cominciato la loro ritirata, un’eco mondiale ha salutato l’evento. E un clima di incauto ottimismo si é diffuso rapidamente.
Le immagini, provenienti da Kherson, hanno fotografato momenti di esultanza della popolazione locale, uscita finalmente dall’incubo della dominazione russa. E il mondo occidentale ha tirato un sospiro di sollievo, credendo in una fase terminale del conflitto. Solo la voce di Zelensky si é levata alta a moderare gli entusiasmi.
Il presidente ucraino, infatti, ha manifestato tutta la sua perplessità e ha messo in guardia l’Occidente e il suo popolo, invitandoli a diffidare. L’incubo non era finito a suo dire.
Putin non avrebbe mai ceduto così facilmente. La prova? La dichiarazione ambigua del Cremlino all’indomani della ritirata: ” Non é un’umiliazione”
Un’intuizione, quella del presidente Zelensky, che appare manifestamente suffragata dall’attuale intensificarsi degli attacchi russi. Tutti mirati su un obiettivo ben preciso. Lasciare nella morsa del gelo un intero popolo.
Gelo e neve
Distrutte intere centrali elettriche dai missili russi, la popolazione é allo stremo. La fierezza ucraina é indebolita dal peggior nemico: il freddo.
La neve copre col suo manto bianco le macerie di una Nazione che chedeva solo di esistere, mentre una pioggia di missili cade impietosamente su donne, bambini, anziani.
Colpiti ospedali, abitazioni, e le lacrime degli intervistati ci raccontano tutta la sofferenza, il dolore per la perdita di qualche congiunto o semplicemente fotografano la disperazione.
Oggi come allora
E la mente va alla storia del passato. Quando l’armata napoleonica entrò trionfalmente in una Mosca deserta. Abbandonata anche dalle milizie russe.

Una vittoria effimera, segnata poi dal crollo delle truppe francesi , incapaci di resistere al #gelo dell’inverno russo. Una vittoria che consegnò agli altari della gloria il generale Kutuzov.
E i nemici dei francesi furono così la fame e il gelo.
Oggi, si riscrive dunque un copione caro allo zar Putin. Quello della conquista con la forza delle armi e della prevaricazione.
Un copione che riesuma strategie care ai suoi predecessori, però, a quanto sembra, ancora valide. Ma i corsi della storia spesso ripercorrono strade già battute.
#IrmaSaracino