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1938, anno della vergogna italiana

1938

Nel settembre del 1938 a Trieste, dinanzi a una folla plaudente Mussolini preannunciava le imminenti leggi razziali.

1938, un anno che avrebbe segnato profondamente la Storia d’Italia. Un anno che vorremmo cancellare, o almeno dimenticare. Un’onta scritta sui libri della memoria . Nel 1938 le leggi razziali in Italia riscrivevano la Storia della nostra Nazione.

Il discorso di Trieste, l’annuncio

Il 18 settembre del 1938 Benito Mussolini, dinanzi a una folla oceanica, preannunciò a Trieste, in piazza Unità d’Italia, l’imminente promulgazione delle leggi razziali sul territorio italiano (il Regio decreto sui Provvedimenti per la difesa della razza italiana è del 17 novembre 1938).

Il suo discorso, infarcito di pseudomotivazioni volte a legittimare delle leggi, a dir poco, disumane, ottenne il consenso della folla osannante.

1938
Il discorso di Mussolini a Trieste

Facendo leva sullla necessità di ”una chiara, severa coscienza razziale ‘ il Duce, sempre con il consenso unanime della folla, evidenziò la necessità di stabilire non soltanto delle differenze ma delle superiorità nettissime di razza. Era il principio di quella barbarie che avrebbe portato allo sterminio di milioni di persone.

L’ebraismo, un nemico

L’Ebraismo é un nemico irreconciliabile del Fascismo.’ affermava il duce nella sua consueta escalation argomentativa.

Ma sapeva di poter contare su una platea ben ammaestrata da anni di propaganda manipolatoria, nonché da un censura collaudata in tutti i settori. Dalla cultura, alla politica, epurata da elementi di disturbo ( delitto Matteotti), ed anche all’informazione.

Un panorama vasto che inglobava ogni aspetto di una quotidianità pilotata da principi di esaltazione del ‘regime’.

Il vero volto del ‘regime’

C’erano voluti anni di violenza inusitata, di soprusi, di accordi segreti e non, ma soprattutto di martellante propaganda politica perché il #Fascismo divenisse il volto di un Paese che era uscito fortemente provato dal primo conflitto mondiale.

Ed anche la Chiesa cattolica, nel 1929, aveva scritto una pagina poco edificante con quei Patti Lateranensi che siglavano un ritrovato accordo tra Stato italiano e Santa Sede. Un accordo che, oltre a riprendere le fila di un discorso interroto nel 1870, garantivano al Vaticano un grande vantaggio economico.

Mussolini

Così #Mussolini, un tempo antclericale convinto, scendeva a più miti consigli, almeno apparentemente. Tutto, pur di dominare il teatro fosco della politica di quegli anni.

Le mire imperialistiche

Padrone assoluto della scena, il Benito nazionale doveva garantire al popolo italiano i fasti e la gloria dell’antico impero romano. L’Italia doveva divenire protagonista della Storia.

E il #Fascismo indossò la veste del passato. Il saluto, il passo di marcia delle camicie nere, persino l’appellativo dux entrarono a far parte di un copione che oggi é per noi un marchio infamante.

Nel 1935 fu decisa la guerra in Etiopia, conquistata con notevole sforzo e alterne vicende nel 1936. Cominciava l’impero italiano. Poi tutto fu consequenziale.

L’Italia, al fianco della Germania nazista, supportava in Spagna il generale Franco nella sua lotta contro i repubblicani. Successivamente conquistava l’Albania.

Tutto si compiva in nome del destino di una Nazione, nata per dominare e civilizzare il mondo.

Il seme del razzismo

Fu in quegli anni di espansione coloniale che cominciò a germogliare il seme perfido del #razzismo tra gli Italiani, esaltati dalla loro mission civilizzatrice.

L’idea di una superiorità razziale prese stanza quindi anche tra le gente comune, grazie anche alla campagna antisemita attuata da riviste pseudoscientifiche. Un terreno fertile dunque per l’attuazione di quelle leggi che nel 1938 diedero il via all’esclusione totale degli ebrei da ogni forma di vita pubblica.

Fu il principio della fine. La fine di ogni civiltà, la fine di quell’ humanitas che dovrebbe presiedere ai rapporti con altri popoli, altre culture, altre religioni.

L’Italia entrò in guerra nel 1940. Il ‘Patto d’acciao’ tra Hitler e Mussolini fu l’ulteriore tassello del puzzle della follia.

In questo conflitto mondiale persero la vita tanti, troppi giovani italiani. Alcuni tornarono dal fronte, ma nei loro occhi rimasero impressi per sempre gli orrori di una guerra assurda.

#IrmaSaracino