Una folla oceanica, in piazza Duomo a Milano, salutava plaudente il discorso di Benito Mussolini
Erano in migliaia in piazza Duomo a Milano, in quel 25 ottobre 1932. Tutti pronti ad ascoltare lui, l’uomo che avrebbe portato l”Italia agli antichi fasti ed onori imperiali.

Un’Italia che, uscita vittoriosa dal I° conflitto mondiale, non aveva ricevuto, con il trattato di Versailles, il giusto riconoscimento per il suo contributo alla vittoria ( almeno stando alle parole di Mussolini). Un’Italia in cui il malcontento per un governo liberale, di certo non democratico, stimolava la voglia di un cambiamento radicale. Una vera rivoluzione!
E, in un contesto storico del genere, il Fascismo , presentatosi inizialmente come movimento dalle spinte ideologiche di stampo socialista, andava incontro alle esigenze del Paese.
Solo quando il Fascismo mostrò il suo vero volto, trasformandosi in Partito Nazionale Fascista, l’entusiasmo iniziale di molti intellettuali italiani cominciò a vacillare.
Ma era troppo tardi. Il Fascismo dominava e la figura carismatica di Mussolini ne rappresentava il cuore pulsante, la voce.
La folla del 25 ottobre a Milano
In una Milano che già da tempo aveva spalancato le porte della sua economia a un industrialismo selvaggio, Mussolini veniva visto dalla massa come colui il quale avrebbe saputo instaurare quell’equità cui tanti anelavano. E le sue retoriche, i suoi discorsi, infarciti di un Nazionalismo esasperato facevano leva su una popolazione che aspirava ad un ruolo di protagonista nel panorama politico internazionale.
La politica imperialistica fascista prometteva, con il colonialismo, l’apertura di nuove prospettive economiche e lavorative. E, se la guerra poteva ampliare le potenzialità di una Nazione che aveva già scritto pagine di gloria durante la prima guerra mondiale, essa era ben vista.
Mussolini era dunque il faro, la guida, il dux–
In questa ottica va letta quella massiccia e plaudente presenza popolare nella piazza di Milano, in quel 25 ottobre del’32.

Mussolini e il suo discorso
Indubbiamente capace di percepire le istanze popolari del momento, Benito Mussolini tenne a Milano un discorso dai toni estremamente accesi( del resto a lui consueti) scandito dalle ovazioni della folla radunata in piazza Duomo.
Oggi, con piena tranquillità di coscienza, dico a voi, moltitudine immensa, che il secolo XX sarà il secolo del Fascismo (applausi), sarà il secolo della potenza italiana (applausi), sarà il secolo durante il quale l’Italia tornerà per la terza volta ad essere la direttrice della civiltà umana (grande ovazione), poiché fuori dei nostri principi non c’è salvezza né per gli individui, né tanto meno per i popoli. ….
Questo, uno stralcio del suo memorabile discorso che, in un punto centrale profetizzava: “Fra dieci anni, lo si può dire senza fare i profeti, l’Europa sarà modificata. …Un’Europa fascista, o meglio fascistizzata.”
Promesse, illusioni, delusioni
Il discorso di Milano fu solo una tappa di quellla propaganda che portò in realtà l’Italia ad un isolamento al punto da dover accettare quell’asse Roma-Berlino che ne decretò il futuro fallimento.
E quello che avvenne negli anni successivi, ma soprattutto quello che fu l’epilogo di queste retoriche e di questa rivoluzione fascista appartengono alla storia.
Irma Saracino