Storia di una discriminazione che risale a 14 miliardi di anni fa e che necessita di un cambiamento, ovviamente col consenso di Dio
Di fronte all’escalation di violenza nei confronti delle donne, come saggiamente evidenziato da qualche nostro illuminato ministro, occorre un radicale cambiamento culturale. Una constatazione giusta, ma che non tiene conto della volonta di quel Dio che dalla costola di Adamo creò lei, la tentazione, Eva.

Una dichiarazione manifesta, dalla Genesi in poi, della subordinazione femminile al maschio dominatore. Insomma un universo al maschile che dura dalla Creazione!
Il mondo é maschio
Dalla mela in poi, infatti, la punizione di Dio ( maschio anche Lui), si espresse in tutta la sua potenza con la coreografica cacciata dall’Eden. E cominciarono i guai per la donna, colpevole di tentare, ovviamente stimolata dal serpente, l’evidente fragilità di Adamo.
I due ebbero tre figli: Caino, Abele e Set e da Caino nacque l’umanità. Imprecisato nella Bibbia il nome della contribuente alla procreazione!
I millenni, i secoli passarono e la storia scrisse pagine ignominose di violenza di genere, di discriminazione. Le figlie del demonio furono perseguitate, etichettate come streghe, arse vive e, solo in rari casi, amate. Ma di quell’amore più attento alla fisicità che alla spiritualità che, ahimé, permane ai nostri giorni.
Il dominio apparteneva all’uomo in tutti i campi, dalle scienze all’arte, dalla letteratura alla quotidianità. Era lui, l’uomo, l’eroe pronto a morire per la patria, era lui il perno della società. Un concetto che trovò terreno fertile nei regimi totalitari, quali il fascismo o il nazismo, ma anche nella Russia di Stalin.
Poi, i conflitti mondiali misero a nudo tutte le fragilità del nostro Adamo e si giunse a quella rabbia, a quella smania di cambiamento che portò le femministe a scendere in piazza per rivendicare i propri diritti.
Che cosa cambiò?
Qualcosa cambiò, ma solo in apparenza e sotto il profilo legislativo. Ma le leggi, le norme, si sa, lasciano il tempo che trovano e con il ritorno del mito del maschio, con la rabbia di questi re senza corona torna la violenza.
La donna non deve ribellarsi, non deve reagire. E quanto alla mela? Beh, deve continuare con sottomissione ad offrirla.
Irma Saracino