Escluso da Trump, nella sua tournee in Medio Oriente, Israele sceglie il silenzio. Aria di crisi?
Legato da un pluriennale sodalizio con la Casa Bianca, il Governo d’Israele ha scelto un diplomatico silenzio di fronte al volta-faccia di Trump, attualmente impegnato in accordi commerciali ed incontri con i leaders dei Paesi Arabi.
Ignorato infatti dal tycoon, anche nelle trattative che hanno portato alla liberazione di Edan Alexander, ultimo ostaggio americano nelle mani di Hamas, Netanyahu, con la sua corte, non ha rilasciato dichiarazioni.

Né tantomeno é stato rassicurante l’annuncio, dato da Trump martedì scorso a Riad, di un cessate il fuoco con gli Houthi. Un annuncio che arriva proprio mentre ancora missili, provenienti dallo Yemen, incombono su varie aree d’Israele.
Tempi duri per Netanyahu
Sempre più isolato, Beniamin Netanyahu, forte di un appoggio incondizionato da quello che riteneva alleato affidabile, assiste ora da ‘osservatore in disparte’ a una nuova geopolitica del Medio Oriente. E ciò mina anche i consensi da parte del suo stesso partito, nonché dagli ultraconservatori, che pretendono la distruzione di Hamas con l’ovvia prosecuzione di questa feroce guerra. Inoltre deve fare i conti con un processo che lo vede imputato per corruzione.
Le pressioni sono tante e provengono da ogni parte, mentre cresce il malcontento dei familiari degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas.
Le dichiarazioni dell’amministrazione Trump
Che Trump stia cercando di arginare le pesanti conseguenze economiche della guerra dei dazi per l’America é ben visibile. Il suo viaggio in Medio Oriente e la sua apertura a transazioni, commercio e investimenti con Paesi storicamente e commercialmente lontani dal business statunitense ne sono la prova.
Ma la cosa certamente non può non destare la preoccupazione d’Israele che, comunque, continua incessantemente i suoi bombardamenti su Gaza, vanificando le speranze di una soluzione diplomatica del conflitto.
Lapidaria, a questo proposito la dichiarazione, rilasciata mercoledì scorso, da Netanyahu: “Israele non si fermerà e non si arrenderà”, parole che non aprono spiragli di luce nel buio di un conflitto che sta falcidiando migliaia di vite.
E quanto agli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas? Nessuna parola da parte del leader israeliano.
Irma Saracino