Escluso un cessate il fuoco immediato, promesse effimere da parte dello zar. Questo l’esito dell’atteso colloquio telefonico Putin-Trump
Al di là dei toni entusiastici, in perfetto stile trumpiano, usati su Truth dal presidente Usa per definire l’esito dell’attesa telefonata con lo zar Putin, si é concluso con un nulla di fatto il colloquio Putin-Trump che, nelle speranze generali, avrebbe dovuto portare a un cessate il fuoco, sia pure momentaneo, in Ucraina.

La guerra continua, quindi, nessun cessate il fuoco ma l’impegno da parte del padrone del Cremlino a lavorare con Kiev su un memorandum per un ‘ possibile trattato di pace futuro’.
Nessuna tempistica dunque e nessun faccia a faccia tra Putin e Zelensky!
Le telefonata delle beffe
Vago come sempre, Putin ha sbeffeggiato nuovamente Trump con i suoi toni da ex spia del KGB e si é sublimato quando ha sottolineato che nel memorandum potrebbe essere scritto “un possibile cessate il fuoco per un certo periodo se i relativi accordi saranno raggiunti”.
Putin resta fermo nelle sue posizioni e, come appare evidente anche ai più scettici, non vuole la pace, ma la guerra. La guerra come arma di conquista, in linea con le mire espansionistiche degli zar del passato.
E’ consapevole di tenere in pugno Trump, troppo ansioso di ripristinare quell’immagine di pacificatore supremo e di arginare il flop dei suoi consensi in Usa dopo la sua scellerata guerra dei dazi.
Non considera affatto l’Europa, frammentata da una serie di politiche divergenti tra i vari Paesi e da intenti propagandistici di alcuni leaders che ben poco sanno di diplomazie e politica. Leaders tendenzialmente conservatori, che millantano ruoli inesistenti in ambito internazionale.
Da vecchia volpe studia i suoi avversari, le sue prede e gioca anche con le alleanze. Sa di avere nelle sue mani un potere granitico che, in barba alle sanzioni europee, può far leva sull’appoggio di altre superpotenze, quali la Cina. E da tempo gioca una partita a scacchi con l’Occidente che sembra essere prossima allo scacco matto.
Le false verità
Di fronte al quadro poco esaltante della politica internazionale attuale, costellata di false promesse e false verità e caratterizzata da figure improvvisate di leaders più attenti ai personalismi che agli effettivi interessi delle proprie nazioni, l’unico dato positivo é il ruolo che sta rivestendo il Vaticano.
Fulcro ed esempio di una diplomazia di lungo corso, infatti, il Vaticano si é reso disponibile per le eventuali trattative di pace. E l’elezione di Leone XIV ha suggellato, con una scelta adeguata all’attuale momento storico, il successo della linea di condotta della Santa Sede.
Ma Putin, pur dichiarandosi grato al Vaticano per il suo interessamento e la sua disponibilità, ha declinato l’invito. Del resto la storia c’insegna quanto sia strategicamente rilevante il ruolo avuto dalla Chiesa ortodossa nel consolidamento del potere degli Zar.
Una Chiesa che, da sempre, come oggi, appoggia ed esalta la guerra!
Il colloquio telefonico Putin-Trump
A una lettura attenta dunque di questa telefonata, durata oltre due ore, emerge l’effettiva dimensione di essa. Malgrado il plauso ( in realtà solo apparente) dell’Unione Europea e dei volenterosi rivolto a Trump per la sua mediazione, emerge il totale fallimento del colloquio Putin-Trump.
Irma Saracino