simboli

Gianluca Ciamei approda in un Universo magico di sogni e illuminazioni, dove un una foresta di simboli cerca espressione e concretezza.

Ogni artista ha in sé quell’afflato mistico che lo spinge, in maniera assoluta e prepotente, a cercare di dare concretezza ai demoni del suo ingegno. E trova, così, sempre nuovi moduli espressivi. Una ricerca spesso sofferta, vitale, totalizzante, che si traduce in nuove sperimentazioni cromatiche, ma anche( come nel caso di Gianluca #Ciamei) in un nuovo linguaggio pittorico che é sintesi ed insieme approdo a una dimensione altra. Cosmica, onirica, assoluta. Una dimensione che un’artista come lui comunica attraverso simboli da intuire nella rarefazione delle immagini.

Il simbolismo perde quindi in lui la sua oggettività per tradursi in mero astrattismo, perché ( a suo dire) l’Assoluto é pura Essenza. E l’intuizione dell’artista é percezione, proiezione onirica. Intuizione.

BamArt

L’ #Arte diviene quindi esplosione, caos divino per #Ciamei che dà la stura a una nuova scuola di pensiero, ma anche di produzione: la BamArt

Perché questa denominazione? – gli chiedo

Perché l’Arte non può essere stigmatizzata in linee squadrate o in immagini ben definite– mi risponde – L’Arte, la #pittura é espressione di quell’interiorità che é aria, respiro divino, vita. Quindi esplosione appunto, colpo.

Un Bam sonoro, dunque- gli faccio notare con un certo umorismo. E si instaura tra noi una sorta di complicità , che é anche condivisione di pensiero.

Mi parla di sé, cosa insolita per un’artista, ed entro nel suo mondo, in quel microcosmo di emozioni che é il suo laboratorio.

Sì perché l’emozione é lì in ogni angolo di quel laboratorio che, anche nel suo disordine, nei suoi colori, racchiude la vita di un uomo che dimentica l’uomo per essere artista.

Un’abnegazione totale, un linguaggio che diviene universale, uscendo dai limiti del mero soggettivismo. L’esperienza individuale infatti si fa parola, rivelazione e tocca l’Universo assoluto dell’ #Arte.

E quel Dio tanto cercato, raffigurato in una dimensione umana da Michelangelo, torna ad essere respiro, parola attraverso il colore.

Ciamei dimentica quel ‘male di vivere’, così crudamente espresso da Montale e con la BamArt approda al Macrocosmo dell’io. Al linguaggio dell’anima, universale, cosmica.

#IrmaSaracino