• Sab. Lug 27th, 2024

Il teatro di Aristofane, non solo trasgressione

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Complesso, trasgressivo fino a rasentare il grottesco, il teatro di Aristofane rappresenta ancora  oggi un messaggio di pace e di ribellione agli schemi di una società discriminante

Parlare di Aristofane e del suo teatro è come entrare nel mondo complesso dell’Atene del V secolo. Una realtà sociale superficialmente enfatizzata nei suoi valori democratici, ma che si rivela, nei suoi tratti di potenza imperialistica, una democrazia radicale che dava voce al popolo ateniese, ma discriminava gli ultimi. I meno abbienti e le donne.

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Busto di Aristofane- by Alexander Mayatsky, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

La vera identità della democrazia ateniese

Una realtà socio-politica, dunque, che necessitava di una propaganda manipolatoria atta a mietere consensi anche tra gli strati sociali più penalizzati da questa falsa democrazia, dominata fino al 429 a. C. dalla figura di un uomo dal potere assoluto.

Un uomo che fu arbitro, protagonista incontrastato non solo della scena politica, ma anche di quella culturale. Pericle, l’uomo che diede il suo nome alla storia e alla sua età

La cultura divenne quindi veicolo di una comunicazione di massa fortemente pilotata dalle necessità dell’establishment dell’epoca. E se la tragedia, soprattutto quella di Eschilo, si piegò agli intenti propagandistici della politica, non fu così per la commedia.

Questa infatti, specie in Aristofane, preservò quei tratti caratteristici delle sue origini e rappresentò, nella sua autonomia, la voce del popolo. Sia nel linguaggio, spesso scurrile e talvolta innovativo, sia negli schemi, decisamente più liberi.

Nel teatro di Aristofane infatti l’eroe comico rappresentò quasi l’antagonista dell’eroe tragico, intriso di un’etica fortemente condizionata dalla politica della pòleis.

E fu grottescamente, beffardamente, il personaggio chiave di una polemica, talvolta, carica di toni violenti, mascherati da una comicità paradossale, ma incisiva.

La commedia di Aristofane

Grazie a questo autore, di cui conosciamo il nome di circa 44 commedie ( tra esse 4 di incerta attribuzione) la commedia perse quel valore quasi tribale, legato alla fertilità della terra, per assumere una sua dignità e un suo significato.

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Talia, la musa della commedia, con una maschera comica

Aristofane riuscì a rimettere in discussione quei valori esaltati dalla tragedia che, tutto sommato, celebravano la politica della pòleis e confutò tutto. La guerra, l’emarginazione della donna e degli ultimi, la cultura sofistica.

 Insomma un mondo infarcito di messaggi idonei a legittimare le iniquità e le disparità di una falsa democrazia, ma soprattutto di una potenza imperialistica che non dava spazio alle altre pòleis.

E quel mondo rurale, legato alla celebrazione del fallo, a quella licenziosità verbale fin troppo cruda, divenne protagonista della scena.

Diòniso, dio del teatro, ma anche della libertà più assoluta, divenne signore di una quotidianità capace di rovesciare anche le imposizioni di una politica che imponeva  un clima fortemente cogente, censorio.

Aristofane, oggi

Parlare di attualità del teatro di Aristofane appare dunque scontato, alla luce delle considerazioni fatte.

La lotta delle donne per raggiungere una parità di genere tanto agognata è ancora una realtà. Come lo sono gli scenari poco edificanti di un mondo pervaso da un’ondata di totalitarismi che conoscono solo la forza delle armi, in ragione di interessi economici poco visibili alle masse.

E oggi, come allora, una fitta coltre oscura l’orizzonte di quella libertà per la quale tanti nella storia hanno lottato. Fino alla morte.

@IrmaSaracino