Un racconto di vita nel buio della notte di Londra. Un momento drammatico e poi, il ritorno alla speranza.

Londra. A volte la #notte può essere più cupa del nero, se la paura ti attanaglia, se i ricordi sono spettri danzanti il sabba infernale della #vita.

La paura, i ricordi

Ho sempre avuto paura del buio, di ciò che non riesco a controllare. Ciò che emerge dalle tenebre di un ‘io’ spesso ignoto-

I demoni del mio inconscio sono sempre stati pronti a ghermirmi ed il senso di solitudine, che ha accompagnato la mia esistenza, é stato lo specchio di un’anima prigioniera. Prigioniera di un corpo che non ho mai accettato. Un limite, una barriera.

Da piccola riuscivo, con la forza della mia mente, a fluttuare nel nulla. Volavo. Volavo in spazi infiniti. Via.. finalmente libera, lontana da ogni limite. E il rientro nella mia fisicità, quando sentivo la voce di mia madre, era una sensazione che mi dava i brividi.

La vita

Ma la vita, gli uomini, sannno essere ancora più crudeli di quanto sia possibile immaginare ed il tempo scorre come sabbia impalpabile tra le mani. Scivola via inafferrabile e l’attimo diventa un respiro.

Si é soli, nella vita come nella #morte. E allora si cerca un significato o un perché. Un perché alla vita, un perché alla cattiveria.

La ricerca

L’ho cercato in tempi diversi, in realtà sociali differenti. Ma l’uomo mi ha insegnato che uccidere, prevaricare, denigrare può essere la soluzione migliore. Ed ora raccolgo i frutti dell’ipocrisia e della stupidità.

Di fronte a queste acque che scorrono lente e buie, come la mia vita, assaporo il gusto della fine, ormai unica certezza nella #notte di Londra. E il vuoto é quello dell’ultimo volo. Basta solo un attimo e poi, giù dal ponte, verso l’abisso, verso la libertà.

Perché?‘ la voce é calda, improvvisa, come la mano poggiata sulla mia.

Voglio affogare il mio dolore!‘ Parole amare, dette in un sussulto, quasi un gemito, mentre mi giro ad osservarlo in questa notte in cui anche Londra perde il suo incanto.

Impermeabile chiaro, cappello calato a coprire uno sguardo che comunque emana energia. Un classico! Sembra uscito da un film di Bogart…

Affoghiamolo insieme, con un drink. Regaliamoci un barlume di vita.‘ Più che un’esortazione é un comando, addolcito da uno smagliante sorriso.

Mi sembra di tornare sulla terra, come quando udivo la voce di mia madre. Dio, i ricordi…riaffiorano e l’amaro sapore del rimpianto torna a farsi sentire. Lo guardo nella nebbia delle mie lacrime.

Ho voglia di poggiare la testa sulla sua spalla e lasciarmi andare. Invece gli sorrido e ritorno in me. La sua mano é forte, salda ed afferra la mia. Ed io lo seguo.

Sensazioni

E’ strano, mi sembra di conoscerlo da sempre!

‘Portami via’ gli sussurro tremante.

‘ Dove vuoi andare?’

‘ Nella notte.’ Camminiamo per ore. Non mi chiede niente, non vuole sapere niente. Sembra che sappia. Poi, finalmente, scorgo i suoi occhi: azzurri, limpidi come lui.

‘ Qual é il tuo fiore preferito?’- Domanda assurda in quel momento, ma sa farmi ridere.

‘Rose. Rose profumate, rose delicate, spinose, eleganti, misteriose’ – Gli rispondo

Scoppiamo a ridere – ‘ Allora, mia regina, chiudi gli occhi ed immagina un giardino di rose. Sono tutte per te!- dice gingendomi le spalle.

Ed io odo le fragranze, percepisco i colori e sorrido. Sorrido alla vita.

‘Guarda, la notte é passata. Spunta l’alba, un nuovo giorno, una nuova luce’

Seduti sui gradini che conducono alla porta di casa mia, vediamo estatici lo spettacolo dell’alba su Londra. Vorrei fermare il tempo. Tra le sue braccia ritrovo antiche sensazioni.

‘ Devo andare’, mi dice in un sussurro, alzandosi.

‘ No, rimani. Ma non so neppure il tuo nome!’ , intanto vedo sulle sue mani cicatrici profonde di un remoto passato.

Sconvolta lo guardo negli occhi. Mi sorride, poi si allontana.

Attonita, impietrita, lo vedo andare via. Si gira verso di me per l’ultima volta. ‘ Io ci sarò, sempre!’ Sono le sue ultime parole d’addio.

Poi lo vedo svanire nella luce.

#IrmaSaracino