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E’ ufficiale. Da ieri l’Onu ha sospeso la distribuzione di cibo agli sfollati palestinesi ancora a Rafah

Sempre più drammatica la situazione dei circa 400mila sfollati palestinesi rimasti a Rafah. Ieri infatti l’annuncio dell’Onu ha gettato il mondo nello sconcerto più profondo.

Le motivazioni

Impossibile proseguire in un’operazione che, a causa dei feroci combattimenti a Rafah, é troppo pericolosa. Impossibile, inoltre, per operatori dell’Onu rifornirsi di altre scorte di aiuti umanitari per la popolazione di Gaza. E ciò a causa del blocco di valichi attraverso i quali far passare i camion per gli aiuti.

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Le macerie

Le operazioni umanitarie a Gaza sono prossime al collasso‘, queste le parole di Abeer Etefa, portavoce di WFP. La carestia incombe dunque su Gaza, dove una popolazione allo stremo, ha fame. Ma, a quanto pare, una simile dichiarazione é passata in secondo piano in un momento in cui, sia Israele che Hamas sono alle prese con la richiesta d’arresto dei propri leaders da parte della Corte Mondiale per i crimini di guerra.

Una proposta questa che, se fosse accettata, isolerebbe ancor di più Israele, ma anche Hamas.

Metodi di guerra inaccettabili

‘L’uso della fame come metodo di guerra’ é stata una delle principali accuse mosse a Netanyahu a al suo fedelissimo ministro della Difesa Yoav Gallant dal procuratore capo presso la corte penale internazionale. Accuse che hanno suscitato l’immediata e rabbiosa smentita delle parti in causa.

Nel mirino del procuratore, inoltre anche i tre leaders di Hamas, accusati di crimini di guerra a causa dell’uccisione di circa 1200 civili nell’attacco del 7 ottobre.

Carestia alle porte

Il bilancio delle vittime tra i civili a Gaza sale di giorno in giorno e sono migliaia i bambini che muoiono anche per mancanza di nutrizione. Inoltre gli attacchi sempre più intensi di Israele agli ospedali falcidiano i tanti degenti presenti, anche quelli in terapia intensiva o i neonati in incubatrice. E’ una strage che non ha precedenti!

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La desolazione, lo sconforto

Ma ciò che lascia interdetti é l’atteggiamento degli Usa che, se in un primo momento avevano contestato a Israele l’avanzata su Rafah, ora invece, dopo aver avuto rassicurazioni effimere da Netanyahu sulle modalità delle operazioni militari, lo appoggiano.

Una linea politica che, in prossimità delle elezioni presidenziali, fa vacillare ancor più la già traballante amministrazione Biden. Proprio mentre incombe su di lui il ciclone Trump che, tra svastiche e processi, alza il suo pugno in segno di scontata vittoria.

#IrmaSaracino