• Mer. Apr 24th, 2024

Botticelli e l’eterna bellezza

Botticelli

La sublimazione dell’ideale di bellezza, come armonia del cosmo e dello spirito, é tutto nella nascita di Venere del Botticelli

Botticelli. La voce del nostro Rinascimento é in quel ripiegamento dell’uomo su se stesso e sulla propria identità cosmica, che é racchiusa nella perfetta #Armonia. L’uomo riscopre così l’edoné dell’#Arte, che non va intesa come piacere, ma come bisogno necessario dello spirito. Una sorta di elevazione terrena, quindi, verso quel macrocosmo che é fusione, Armonia, equilibrio. E i pittori, gli artisti della nostra età dell’oro comprendono questo messaggio. Lo vivono, esprimendolo nelle proprie opere.

La rivalutazione della fisicità

Il corpo, nella sua plastica #armonia, diviene quindi protagonista e viene esposto nella sua nudità quale segno tangibile della divina perfezione. Michelangelo, nel suo anelito di trasfondere la dimensione scultorea nella pittura, é la massima espressione di questo nuovo ideale artistico, ma la #bellezza muliebre raggiunge la sua apoteosi indubbiamente nella Nascita di Venere del Botticelli.

Botticelli
Il volto della Venere di Botticelli

Un dipinto realizzato dall’artista fiorentino nella fase medicea della sua produzione e ispirato, nei tratti del volto di Venere da una nobildonna di rara #bellezza (1482-1485).

Un volto perfetto che stupisce l’osservatore per la perfetta fusione tra carattere terreno e divino. Sì che risulta difficile comprendere fin dove arrivi la dimensione terrena, perché la bellezza travalica i limiti umani per farsi immortale, appagante.

L’anima quindi si perde nella contemplazione e si fonde con il divino.

Il mito diviene messaggio di una dimensione altra, non coercita dalle restrizioni demonizzanti di stampo medievale. Una dimensione che é già di per sé religiosità, scevra da collocazioni fideistiche restrittive.

Il corpo, anatomicamente é imperfetto, ma ha una sua aereosità. Le spalle sono fin troppo cadenti, ma seguono precise linee che delimitano la spazialità, creando anche il movimento dell’immagine.

La figura di Venere

Il corpo della dea é centrale nella tela e le linee fanno convergere il movimento delle figure circostanti su di essa. Venere assume quindi una sua concettualità, anche nel suo pudore. La dea non é solo tripudio dell’eros, ma messaggio di quell’appagamento interiore, che divinizza il microcosmo. Lo eleva fino all’Amore supremo, che é perfezione.

Botticelli, ultimo atto

Ma l’Arte, purtroppo molto spesso si piega ai pensieri ed alle circostanze di un’epoca, di un periodo storico. E l’artista ne riceve messaggi, talvolta fuorvianti, che inficiano la sua creatività.

Botticelli dopo lo splendore mediceo, risentirà dell’oscurantismo dell’età di Savonarola. Metterà da parte infatti i soggetti mitologici per ripiegarsi su immagini sacre, spesso ripetitive e di scarso pregio artistico. Oscurato anche da astri emergenti, quali Leonardo e Michelangelo.

Morirà, povero e dimenticato da tutti, nel 1510.

#IrmaSaracino