• Sab. Lug 27th, 2024

Roma, gli enigmi della Porta Alchemica

Roma

In Piazza Vittorio Emanuele II, a Roma, vi è una Porta che sembra racchiuda misteri ancora irrisolti

La magia di Roma é scritta dal tempo, dalla sua storia. Una storia che vive nelle sue stradine, nelle sue vestigia, parlandoci di un passato talvolta enigmatico e, per questo, ancora più ricco di fascino.

L’eterna bellezza di questa città ci inebria, come i profumi nostalgici di un tempo che fu, come il sole che s’insinua tra monumenti e chiese, inondando di luce le splendide architetture dell’ urbe che ha dominato il mondo.

Perché Roma é questo. Passato, presente e futuro. Degrado e splendore. Realtà e magia.

Una #magia che palpita negli anfratti più reconditi delle sue strade, nei segreti corridoi di dimore storiche, ma anche nei templi e nelle chiese della città eterna.

E, nei secoli che hanno accompagnato la vita dei suoi abitanti, Roma ha saputo custodire i suoi segreti, ma anche i suoi enigmi.

L’enigma della Porta Alchemica

In Piazza Vittorio Emanuele II, nel Rione Esquilino, si annida una meraviglia, una delle testimonianze alchemiche più importanti del mondo.

Una #porta, murata, ma piena di #simboli e iscrizioni in latino ambigue e certamente espressione di un sapere iniziatico: La Porta Alchemica, unica sopravvissuta delle cinque porte di Villa Palombara.

Questa Porta, chiamata anche Porta Magica, Porta dei Cieli o Porta Ermetica, è stata edificata nella seconda metà del Seicento dal Marchese di Pietraforte, Massimiliano Palombara. Un personaggio singolare, ma soprattutto appassionato di alchimia e di esoterismo.

 Assiduo frequentatore della corte romana della Regina Cristina di Svezia, dalla sovrana mutuò l’amore per un sapere illuminato, non accessibile a tutti.

Un clima di #magia, quindi, dal fascino indiscutibile, che indusse il Marchese a far realizzare un laboratorio nel seminterrato della sua villa, sul colle Esquilino.

Un racconto leggendario

Le storie e i racconti che avvolgono questa #porta sono molteplici. Si narra infatti che un pellegrino, ospitato una notte nella villa, sia scomparso oltrepassandola, ma che abbia lasciato dietro di sé una carta colma di enigmi e simboli magici.

Sempre secondo la leggenda i #simboli sarebbero riconducibili al segreto della pietra filosofale. E, inoltre, l’uomo avrebbe lasciato anche alcune pagliuzze d’oro. Simbolo di una trasmutazione riuscita? L’enigma continua.

L’enigma del manoscritto

Il Marchese, non riuscendo a decifrare questi oscuri simboli, sembra che abbia deciso allora di farli incidere sulle 5 porte della sua villa. Ovviamente con la speranza che qualcuno un giorno potesse riuscire in tale intento.

Ma, fino a questo momento, le iscrizioni e i numerosi simboli, tutti collegati ai pianeti e ai metalli, sono oggetto di studi ed ipotesi. Che si tratti del famoso Manoscritto Voynich? Sembrerebbe di sì.

Il rovesciamento dei simboli cristiani

Che il ‘600 abbia rappresentato, con le sue sette misteriche e le sue società segrete, una ribellione al potere coercitivo della Chiesa, é ben noto.

La scienza, in questo secolo, vuole riscattarsi da un sapere ‘pilotato’ e rivendica la propria autonomia. Basti pensare infatti a Galilei.

E in un clima del genere si comprende come l’esoterismo, inteso come superamento dell’io, sia la proiezione e il metodo di un sapere illuminato verso il traguardo ultimo: la verità assoluta, l’illuminazione.

I simboli, presenti su questa porta, infatti, sono tutti riconducibili alla simbologia esoterica: stella di David, simboli geometrici e l’oculus dei Rosacroce.

Insomma, una vera manna per quanti, ancora oggi, cerchino di svelare il Mistero e anelino a quell’illuminazione che, già di per sé, é Divino.

#IrmaSaracino