• Lun. Apr 29th, 2024

Martin Luther King, in quel 4 aprile insanguinato

Martin Luther King

Il 4 aprile del 1968 cadeva sotto i colpi di un fucile Martin Luther King, simbolo della lotta contro la discriminazione razziale

Oggi, 4 aprile, il ricordo di un uomo che scrisse la storia. Martin Luther King, un mito, una leggenda che ancora anima la ribellione di quanti subiscono la discriminazione razziale.

Oggi, come allora il mondo ha bisogno di pace e di libertà.

Justice and Freedom

In un’America dilaniata dai soprusi e dalle discriminazioni, in cui il Ku Klux Klan si macchiava di nefandezze in diffuse aree del Sud, la personalità carismatica di Martin Luther King emerse, in tutta la sua potenza, divenendo, in breve, il punto di riferimento dei neri.

Martin Luther King
Martin Luther King

Erano gli anni ’60. Gli anni delle rivendicazioni, delle lotte sociali, degli ideali, delle speranze di un mondo migliore. Un mondo in cui Giustizia, Uguaglianza e Libertà animassero la scena del vivere civile. E in contesto così inquieto, stanco dei soprusi del passato, ma anche del presente, il reverendo King divenne la voce, l’anima di un movimento che, come uno tzunami, travolse l’America, il mondo.

King fu in breve mito, leggenda, ponendosi a capo di quella lotta pacifista per la parità dei diritti civili per i neri che fu la chiave di un movimento nato già negli anni ’40, ma che prese corpo e spessore solo a partire dal 1955.

L’arresto di Rosa Parks

Era il 1 dicembre del 1955 quando Rosa Parks, sarta e attivista nera, si rifiutò di cedere il suo posto ad un bianco su un autobus su cui viaggiava.

Scattò l’arresto della donna, ma ebbe inizio una battaglia che risultò, dopo 381 giorni di lotta, vittoriosa. Nel novembre del 1956 la Corte Suprema Usa stabilì l’incostituzionalità degli autobus segregati. Fu solo il principio.

Da quel momento Martin Luther King, leader assoluto del movimento, fece sentire la sua voce ovunque, divenendo in tutto il mondo il simbolo della lotta contro le ingiustizie e le diseguaglianze sociali

‘I have a dream’

Scrisse la storia con la celebre marcia pacifica su Washington, richiamando l’attenzione dei media mondiali e il 1963 fu l’anno della svolta, della sensibilizzazione.

Martin Luther King
I Have a dream

Grande oratore, in un celebre discorso, intessuto di riferimenti biblici, pronuncò una frase che divenne essa stessa simbolo di quella pace e libertà anelata non solo dai neri. ‘I have a dream’, disse con quell’enfasi che non sfociava mai nella retorica e fu Storia.

Nel !964, giovanissimo, ottenne il premio Nobel della pace e, da allora, tutti i suoi sforzi ottennero quei risultati tanto anelati.

Il razzismo però é un cancro difficile da estirpare e in un motel di Memphis, nel 1968, un colpo di fucile mise fine alla sua vita, ma non al mito.

Il razzismo oggi

Oggi, come allora, il mito e quegli ideali di libertà riaffiorano in una società in cui permangono discriminazioni che coinvolgono non solo i neri. Discriminazioni di razza, lotte fratricide e guerre.

E, di fronte allo scenario poco esaltante di questa nostra realtà in cui la giustizia sembra un sogno irraggiungibile, viene da gridare we have a dream

#IrmaSaracino