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Medioevo, non solo superstizioni

DiIrma Saracino

Ott 6, 2022
medioevo

Età dai forti contrasti culturali e sociali, il Medioevo esercita ancora oggi tutto il suo fascino che risiede proprio nei suoi enigmi e nei suoi lati oscuri

L’approccio con il Medioevo, svilito a lungo da una visione troppo semplicistica e superficiale, è sempre denso di sorprese. Di aspetti tutti da scoprire e di #enigmi ancora irrisolvibili.

Misteri che fotografano la realtà storico culturale  di  quei secoli, definiti bui dal Petrarca, che vanno dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente (476 d.C.)  all’anno Mille. Secoli di transizione, quindi, che per certi versi offuscano gli antichi splendori dell’età romana, ma nello stesso tempo ne mutuano diversi aspetti.

Ovviamente la linea di demarcazione è costituita dall’avvento del Cristianesimo, che diviene religione di Stato e si avvia al consolidamento di un potere non solo e non più spirituale, ma politico.

La rivoluzione etico culturale

Una vera rivoluzione, dunque, sia in ambito culturale che spirituale che tende a manipolare le masse.   E ciò grazie all’alto indice di analfabetismo delle stesse, nonché alle condizioni di indigenza che caratterizzano una quotidianità spesse legata alla sopravvivenza.

Un territorio fertile per spargere il seme della superstizione, ma soprattutto il senso del peccato che porta in linea generale all’asservimento totale e alla demonizzazione di certi aspetti ludici, talvolta necessari della vita.

Tutto ciò in vista dell’acquisizione, da parte del clero, di un potere materiale che va consolidandosi sempre di più.

Le chiese, le cattedrali divengono quindi nucleo e centro della vita sociale e tutto ciò che è estraneo a questa sudditanza etico religiosa  è opera del #demonio.

Le donne, le streghe

L’uomo, consapevole delle proprie fragilità e dei propri limiti si proietta in una dimensione quasi di espiazione. Colpevolizzandosi e demonizzando le tentazioni terrene e, tra queste,  soprattutto le donne.

Il peccato originale diviene dunque la croce da portare su questa terra e, spesso ingiustamente, le esponenti del gentil sesso, specie se di bell’aspetto, sono viste e catalogate come streghe.

Le abbazie e la cultura

Ma, di contro a questa visione poco esaltante della realtà di quei secoli, si erge anche la visione di una #cultura ricca e, per certi versi, moderna. Per cui è lecito parlare dell’esistenza, sia pure in embrione, in questi secoli della cultura e della scienza moderne.

In realtà ridurre il sapere medievale a una mera antitesi tra fede e ragione, scienza e religione, conoscere e credere, ricerca e dogma é superficiale, nonché retaggio di una certa cultura illuminista che ha distrutto le radici della nostra conoscenza.

Il sapere illuminato

Dio era certamente una presenza costante nella vita dei monaci e del popolo, ma era anche lo stimolo per il superamento di quel limite terreno che portava all’appiattimento dell’identità.

 Era il principium, la fonte dello scibile, il supremo architetto, l’essere, l’eternità. E il sapere cosmico era la conoscenza dell’armonia universale che portava l’individuo alla libertà e alla felicità.

Le vie da seguire erano quelle del trivium e del quadrivium. Un insieme di scienze liberali , già citate da Sant’Agostino, fondate su una base matematico-geometrica, strettamente connesse alle materie umanistiche, tra cui spiccava la Filosofia.

Un’intuizione geniale che metteva in evidenza lo stretto legame, accertato anche in età moderna tra discipline umanistiche e discipline scientifiche. L’affermazione, quindi, di un sapere unico, universale, un sapere illuminato.

La visione romantica

Nella visione nostalgica attuale di quel mondo fantastico e misterioso che è il Medioevo, speso si perde di vista l’esatta dimensione di esso. Prevalgono i fantasmi degli antichi cavalieri, le vestigia dei manieri, le penombre delle cattedrali, spesso popolate da figure mostruose.

Tutto ciò perché l’uomo moderno, persi i punti di riferimento delle ideologie, vive nella provvisorietà e nell’incertezza.

Quasi condannato all’autodeterminazione, l’uomo contemporaneo è smarrito, vittima di se stesso e dei suoi demoni. Preda di una irrefrenabile angoscia esistenziale si proietta dunque nel passato per cercare nell’onirico il suo orizzonte perduto.

#IrmaSaracino