Sempre più svilite nella loro identità, dal Medio Oriente all’Occidente, le donne squarciano il velo dell’indifferenza e rivendicano il loro diritto alla parità di genere.
Il 24 dicembre scorso quattro gruppi umanitari internazionali hanno sospeso la loro attività in #Afghanistan. Una decisione presa a seguito del divieto del governo talebano di far lavorare #donne all’interno di organizzazioni non governative. Si alza dunque il sipario sull’amara realtà di questo Paese, ma la negazione di ogni diritto alla donna si inserisce in un quadro molto più complesso.
La donna nel mondo
Un panorama tumultuoso, caratterizzato da false libertà e da repressioni violente, quello che si presenta agli spettatori di questo secolo. Un panorama che evidenzia i limiti e i retaggi di culture remote che perfidamente negano ogni diritto alla donna o, come in #Occidente, permangono in società apparentemente egalitarie.
Sì, perché se l’integralismo pseudo religioso in Paesi quali l’Iran, l’Afghanistan, penalizza fortemente la donna, vietandole ogni accesso alla vita, all’istruzione e la ingabbia sotto un velo, il maschilismo, celato sotto il manto di un falso rispetto, continua ad avere ataviche radici in #Occidente.
Sale infatti il numero dei femminicidi nel nostro Paese. Ma, al di là di questi episodi estremi, permane, specie nel Sud Italia, un sessismo subdolo, sottile che si esprime in una quotidianità spesso difficile da gestire per una donna.
Donne, storie difficili da raccontare
Le proteste delle #donne infiammano le cronache e i racconti, sofferti, fotografano realtà sociali discutibili sotto il profilo della libertà.
In Iran la voce delle donne che si ribellano al ‘velo’ diviene il grido comune di un popolo che scende in piazza e rifiuta un sistema repressivo. Un sistema che fa della condanna a morte il mezzo per soffocare la protesta.
In Afghanistan, Paese sempre più isolato e ridotto alla fame, i Talebani mostrano il loro vero volto dopo la farsa iniziale del loro ritorno al potere. E la donna, relegata al ruolo di oggetto di piacere, vede precludersi ogni diritto. Il governo dice no all’istruzione, al lavoro, mentre l’Occidente sta a guardare.
In Israele, nel mondo dei Chassidim, la donna deve totale obbedienza al marito ed é solo strumento di procreazione.
E, in Occidente? Il quadro é indubbiamente più variegato e legato alle tradizioni e alle cultura nazionali, se non addirittura locali. Ma vi é comunque un comune denominatore che nell’ombra mina quella parità di diritti tanto proclamata.
Ci vuole coraggio
In una società, da sempre, legata alla bellezza, quale quella italiana la donna é spesso schiava di se stessa e si pone inconsciamente nel ruolo di oggetto, cercando disperatamente di offrire agli altri quell’immagine che può garantirle un posto al sole.
Atteggiamento decisamente più palese nel nostro Sud dove la realtà lavorativa non favorisce decisamente il ‘gentil sesso’, che spesso ripiega su un matrimonio conveniente o su altre strategie, ancorate alla logica del compromesso.
Atteggiamento discutibile, indubbiamente, ma retaggio di una cultura remotissima che ha posto sul capo dei rappresentanti del ‘sesso forte’ una corona fatta di nulla.
Che fare dunque di fronte a questi re, spesso detronizzati? Non rimane che chinare il capo o reagire con coraggio, reclamando il diritto e l’orgoglio di essere donna.
#IrmaSaracino