Ricevuto con tutti gli onori alla corte di Trump, l’astuto Bibi, nel corso di una storica cena alla Casa Bianca, dà luogo a una farsa grottesca
Tra abbracci calorosi e sguardi amorevoli, il leader israeliano Benjamin Netanyahu, (per gli amici Bibi), ha scritto l’ennesima pagina di un copione macabro, macchiato del sangue di migliaia di persone. Un copione che ormai appartiene alla storia di questi giorni in cui il peggio si ammanta di liceità e di pretese salvifiche.

Nei fasti della White House infatti, tra calici di vino e pietanze prelibate,, Netanyahu ha presentato a The Donald una lettera, da lui spedita ai selezionatori del premio Nobel per la pace. Oggetto? La candidatura all’ambito premio del Tycoon, per intenderci il fondatore dell’Alligator Alcatraz per gli immigrati , nonché l’artefice del lancio di bombe terribili in un territorio sovrano, in barba al diritto internazionale. Un’iniziativa, questa, che ha trovato il consenso del nostro amato ministro Salvini!
Il narcisismo patologico di Trump
Sorpreso e lusingato da un tale riconoscimento, Trump ha accolto con entusiasmo l’iniziativa, non nuova a quanti desiderino accattivarsi le sue simpatie.
Si sa infatti quanto il mutevole Donald desideri da tempo emulare il suo perenne rivale, quel Barak Obama che nel 2009 ottenne tale prestigioso premio e, nei suoi deliri narcisistici, ritiene di essere idoneo.
Purtroppo però, in questo caso, non tiene conto che l’astuto Bibi é stato condannato dalla Corte dell’Aja per i suoi crimini di guerra e che é potrebbe essere arrestato, (almeno ce lo auguriamo), da un momento all’altro.
Conseguentemente la proposta di candidatura al Nobel del presidente statunitense, avanzata dal feroce leader israeliano, non ha alcun rilievo. Ma l’uomo ha i suoi limiti, spesso scaturenti da ambizioni represse e sopite frustrazioni, che possono portarlo ad una visione falsata della realtà, incentrata sull’esaltazione del suo ego.
Il vero intento di Bibi
Astuto, consapevole di essere malvisto da molti israeliani, nonché di dover fare i conti con la giustizia, Benjamin Netanyahu, ancora una volta, con la strategia di una candidatura improbabile, é riuscito ad ammansire il mutevole Trump, evitando quel cessate il fuoco a Gaza che non rientra affatto nei suoi piani criminali.
Il suo reale intento, comune ai suoi ministri, quali Ben Gvir, é quello di estendere il dominio di Israele su gran parte del Medio Oriente, infischiandosene altamente della sorte degli ostaggi israeliani, ancora nelle mani di Hamas. Il prezzo? Terribile, ovviamente ai danni dei palestinesi che, a detta di Ben Gvir: meritano solo una pallottola in testa.
La strage di civili palestinesi che ogni giorno, con una sistematicità che evoca scenari del secondo conflitto mondiale, é sotto gli occhi di tutti e la fame ormai falcidia, oltre alle bombe, migliaia di bambini.
Una furia omicida covata per decenni
Nell’indifferenza totale dell’Amministrazione Trump, troppo impegnata ad assecondare i deliri del proprio presidente, il crimine ormai diventa storia dei nostri giorni e l’odio che,( come rilevato di persona) , covava da decenni, esplode in tutta la sua devastante realtà.
Del resto anche l’America di The Donald mostra il suo vero volto e, con un incalzante atteggiamento repressivo nei confronti di ogni dissenso, mostra i pugni anche alle Nazioni Unite.
E’ di oggi, infatti, la notizia che gli Stati Uniti imporranno sanzioni a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi a Ginevra.
Ad annunciarlo, il segretario di stato Marco Rubio, che ha criticato aspramente gli “illegittimi e vergognosi sforzi di Albanese per fare pressione sulla Corte Penale Internazionale affinché agisca contro funzionari, aziende e leader statunitensi e israeliani”.
L’inferno, dunque, spalanca le sue porte e ci rende impotenti, mentre con crescente angoscia ci chiediamo: quale sarà l’epilogo?
Irma Saracino