Il movimento Maga e i cattolici ultraconservatori USA si scagliano contro il Vaticano, biasimando l’elezione di Leone XIV
A due giorni dalla sua elezione, Papa Leone XIV, primo statunitense eletto in 2000 anni di storia della Chiesa, divide l’America. E, se in molti plaudono alla scelta del Conclave, l’ultradestra conservatrice Usa che annovera civili e cattolici conservatori ( purtroppo in maggioranza) biasima questa scelta.

I toni, le accuse
I toni sono duri, talvolta eccessivi e mettono a nudo una realtà che non ha nulla a che vedere con il messaggio evangelico. Una realtà che trova in Trump e nella sua corte l’espressione più tangibile.
“La peggior scelta per i cattolici Maga (Make America great again)” dichiara con veemenza Steve Bannon, ex stratega di Trump, ” é stato un voto anti-Trump da parte dei globalisti che gestiscono la Curia. E’ il Papa che Bergoglio e la sua cricca volevano“.
Un’accusa pesante che fotografa l’America dell’era Trump, del tutto chiusa in un nazionalismo che decisamente suona anacronistico nella realtà globale di oggi.
Un’ America in cui anche i cattolici si schierano a favore di quel rigorismo ammantato di etica che non tiene conto dei valori umani e di quella fratellanza che é alla base del Cristianesimo.
Il Papa dei ponti, che escludono conseguentemente i muri, é stato accusato di marxismo, come anche il suo predecessore, Bergoglio. Ed anche la Curia risente di questa ondata marxista nelle congetture cospirazioniste dei leaders dell’estrema destra, tra i quali emerge l’influencer più cara a Trump, Laura Loomer.
Su X, infatti la Loomer, senza mezzi toni ha giudicato il neoeletto pontefice :” Anti-Trump, anti-Maga, un woke a favore delle frontiere aperte. Insomma un marxista come Papa Francesco”
Niente di buono all’orizzonte
Si prospetta un orizzonte cupo per i cattolici Usa che non possono sperare in qualcosa di buono da ” questa ennesima marionetta marxista in Vaticano” Questa la visione catastrofica della gentile signora Loomer che probabilmente non ha un’esatta visione del messaggio cristiano.
Una propaganda nociva, comunque, che miete consensi sui social, dove prolificano considerazioni irripetibili sul nuovo Papa e sul Vaticano. Una vera e propria campagna denigratoria che si fonda anche su gravi accuse, non suffragate da prove, mosse all’attuale Pontefice.
Robert Prevost, infatti, avrebbe addirittura insabbiato casi di abusi sessuali , commessi da sacerdoti, durante il suo soggiorno in Perù e a Chicago..
Una campagna basata sull’ignoranza
Emerge in tutta questa bagarre il perfido tentativo di consolidare le posizioni dell’amministrazione Trump, decisamente non aperta all’integrazione razziale e custode di una pseudo etica che non trova riscontro nei fatti.
Il tentativo di offuscare l’immagine di Leone XIV é penoso e ignora il rigore del Vaticano nella scelta di un Pontefice. Si indaga infatti sul suo passato e sul suo profilo che deve essere ineccepibile.
Ma questa é un’altra storia che, certamente, non può interessare gli elettori di Trump e coloro che negli Usa si professano cattolici.
Irma Saracino